sabato 11 aprile 2015

Un indirizzo e un vino da ricordare

A Montorio al Vomano non c'è moltissimo da visitare rispetto a altri più caratteristici borghi abruzzesi. Però è vicinissimo all'autostrada A24 che mi capita spesso di percorrere in estate e, cosa ben più interessante, ospita uno dei migliori ristoranti che ho provato in Abruzzo, L'Osteria degli Ulivi. Ci siamo capitati la prima volta in una sera di luglio. Stanchi per aver attraversato in auto l'Italia dalla Toscana alla costa adriatica, ci siamo fermati proprio lì per la cena prima di arrivare a Pescara dove non avremmo trovato nulla da mangiare in casa. Un amico ristoratore ci aveva parlato dell'Osteria, ma le indicazioni per trovare il locale non erano chiarissime e più tardi, parlando con il titolare, abbiamo capito perché: fino al terremoto del 2009, l'Osteria era ospitata in un casolare un po' fuori dall'abitato, ma i danni del sisma hanno costretto Enzo Bernabei, chef e proprietario, a abbandonarlo per la nuova sede che ora è in un piccolo caseggiato in una stradina della periferia di Montorio. Alla fine, dopo averci girato un po' intorno senza vederlo, l'abbiamo trovato: un piccolo spiazzo per parcheggiare tra qualche albero e via, dentro, inseguendo le bambine che quando si tratta di mangiare fuori casa in un posto nuovo sono sempre le prime a partire alla carica.
Il locale è semplice, arredato senza strafare, ma confortevole: tavoli spaziati, arredi e posateria adatti a un posto non lussuoso ma curato. Si capisce subito che il termine "osteria" nel nome del locale è riduttivo e ci si prepara a gustare qualcosa da ricordare. Lo chef Enzo si occupa in parte anche della sala, il locale è a gestione familiare e lui lo conduce insieme alla moglie da anni. Perché ve ne parlo? Sicuramente per la gentilezza con cui siamo stati accolti e per tutte le premure per le bambine, accompagnate a gustare tutto secondo i loro capricci. Se avete figli, verranno accolti con piacere a questa tavola: soprattutto se apprezzano gusti da adulti lo chef si farà in quattro per loro. Poi, per la grande attenzione alle materie prime, che Enzo si fa scrupolo di dichiarare a km 0, tutte provenienti dai dintorni per una cucina di fascino ma su base tradizionale. Anzi, nel caso dei fichi serviti come benvenuto in una preparazione con ricotta e miele, il prodotto era a decametri zero... la distanza del suo orto dal nostro tavolo. Preparazioni a base di ortaggi locali, pesce dell'Adriatico e carni di zona servono a Enzo, che si dichiara un autodidatta che ha avuto fortuna, per rivisitazioni dei piatti tipici della tradizione teramana, della quale perdono completamente la proverbiale pesantezza mantenendone tutta la gustosità. Il menu cambia spesso secondo le disponibilità dei prodotti freschi e l'inventiva di Enzo, ma tutto è talmente piacevole e ben preparato, sia per tecnica che presentazione, che le mie figlie si sono divorate più porzioni addirittura di... lingua di vitello in salsa, pur sapendo di che si trattasse.
Una sorpresa piacevole è stato il vino. Enzo, se non gli chiedete di fare diversamente, si prende la libertà di servirvi vini differenti sulle diverse portate, aprendo le bottiglie e dividendole fra i tavoli secondo suo gusto, scegliendo soprattutto vini locali di aziende biologiche. Be', ce n'è stato uno che nella sua semplicità mi ha stupito per leggerezza e profumi: il Solobianco di Tenuta Terraviva, un IgT biologico da uve trebbiano, passerina e chardonnay, almeno così mi viene presentato. Un gran bel vino!
La cosa che mi ha sorpreso subito è che era estremamente profumato e aromatico rispetto agli uvaggi dichiarati... sono rimasta perplessa, io ci sentivo un'uva aromatica... e qui nasce un piccolo giallo. Quando torno a casa, controllo sul sito web di Terraviva (il link sopra) e leggo proprio i tre vitigni che ci erano stati indicati ma... a leggere bene la scheda verde di presentazione spunta un bel 20% di malvasia al posto della passerina! Io non ho più dubbi, era proprio malvasia. In ogni caso un risultato sorprendente per un vino di quel prezzo, un accompagnamento leggero ma dagli aromi preziosi e decisi per i fantastici piatti di Enzo. Se riuscite a trovarlo anche dalle vostre parti, non perdetevelo.
Ah, dimenticavo, la cucina dell'Osteria degli Ulivi mi ha sorpreso anche al momento di pagare il conto, un motivo in più per consigliare senza esitazione questa piccola perla di cucina regionale.

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